Progettazione
I presupposti per la tutela dell'igiene dell'acqua potabile si riscontrano in una corretta progettazione degli impianti idrici e sanitari.
Alla base della realizzazione di un impianto ineccepibile vi è la corretta scelta dei materiali costituenti le tubazioni, i raccordi e le valvole, il razionale dimensionamento e schema di impianto oltre che la garanzia di un regolare ricambio di acqua.
Scelta dei materiali
La legislazione sull’acqua potabile stabilisce che i materiali utilizzati negli impianti sanitari non debbano assolutamente alterare la qualità delle acque trasportate, naturalmente in conformità ai parametri indicati dal D.L. 31/2001. Proprio per questo motivo la scelta dei materiali è un momento di fondamentale importanza per il progettista, in quanto rappresenta la base di partenza sulla quale fondare una progettazione igienicamente ineccepibile. E’ necessario quindi conoscere tutte le caratteristiche dei materiali adottabili, che siano metallici o plastici, raffrontandole con le condizioni di esercizio dell’impianto e con quelle del contesto relativo all’installazione.
In fase di progettazione, durante la scelta dei materiali più idonei, si devono tenere in considerazione innanzitutto le proprietà batteriostatiche degli stessi, ovvero la predisposizione di ciascun materiale alla formazione e all’accrescimento del biofilm interno alle tubazioni. Il biofilm, che è un'aggregazione di microrganismi che fornisce il nutrimento necessario alla sopravvivenza dei batteri, rappresenta l'habitat ideale per la crescita e lo sviluppo della Legionella.
Secondariamente si devono valutare tutti i trattamenti che potrebbero essere messi in atto durante il normale esercizio, siano termici (es. disinfezione shock a oltre 70 °C di temperatura) o chimici. Soprattutto i trattamenti chimici rappresentano un potenziale rischio per i materiali, in quanto sostanze quali i cloruri (specialmente in determinate concentrazioni) possono rappresentare un agente corrosivo rilevante anche per materiali storicamente considerati come “inattaccabili” (es. acciaio inossidabile).
La scelta del corretto materiale deve tenere conto anche di altri aspetti, meno legati alla qualità delle acque, ma comunque basilari per assicurare una lunga aspettativa di vita dell’impianto:
- La tipologia di posa delle tubazioni (che siano sottotraccia, a vista o in cavedio) al fine di evitare la scelta di materiali inadeguati a certi contesti (es. materiali ad elevato rischio corrosivo nel caso di posa in ambienti particolarmente umidi);
- L’eventuale esistenza di altri materiali già installati nel caso di una ristrutturazione parziale, al fine di limitare accoppiamenti galvanicamente sfavorevoli (principio della “scala di nobiltà dei metalli” introdotto dalla UNI EN 12502).
Ognuno di questi aspetti implica delle considerazioni tecniche legate alla compatibilità del metallo da utilizzare o alla resistenza alle elevate temperature della materia plastica prescelta.
Materiali di qualità Viega
Con Viega la sicurezza è garantita grazie all’esclusivo utilizzo di materiali e componenti compatibili con l’acqua potabile, come Profipress, Sanpress, Sanpress Inox e Viega Smartpress. Inoltre Viega, per tutti questi materiali, evita il contatto con acqua durante il procedimento produttivo; grazie a questa accortezza, vengono quindi evitate problematiche legate alla colonizzazione preventiva di batteri strettamente legati alla flora acquatica, quali la Legionella e la Pseudomonas Aeruginosa.
Razionale dimensionamento
Progettare con bassi coefficienti di perdite di carico significa dimensionare razionalmente l’impianto, riducendone il volume di acqua e conseguentemente il rischio di stagnazione.
La norma UNI 9182 suggerisce dei coefficienti di accidentalità tipici per ogni tipo di figura e per i principali materiali usati in ambito idrico e sanitario (sistemi metallici, plastici e metallo-plastici), sottolineando però l’importanza di utilizzare, in fase di calcolo, i coefficienti reali dei raccordi effettivamente utilizzati nella posa dell’impianto.
Con i sistemi a pressare Viega, in pochi passaggi si realizza un’installazione solida ed efficace, senza trascurare tutti gli aspetti legati alla salvaguardia dell’igiene dell’acqua.
La tabella sottostante mostra quali siano le differenze tra i coefficienti tipici forniti dalla norma UNI 9182 e quelli reali dichiarati da Viega per il proprio sistema multistrato Viega Smartpress:
Coefficiente K di accidentalità (riferiti alla dimensione 16 mm) | ||
Viega Smartpress | Norma UNI 9182* | |
Curva a 90° | 2,70 | 9,65 |
Raccordo a T (attraversamento) | 3,60 | 9,80 |
Gomito con flangia | 2,50 | 4,85 |
Gomito doppio con flangia (derivazione) | 3,80 | 4,50 |
* I valori indicati sono quelli peggiorativi forniti dalla normativa per i sistemi metallo-plastici; tale scelta è necessaria, come indicato dalla norma, nel caso in cui i coefficienti non siano resi disponibili dal produttore dei raccordi.
Dimensionare l’impianto sanitario considerando coefficienti ridotti significa, a parità di condizioni, ottenere un dimensionamento più razionale, con benefici in termini di costi legati all’ottimizzazione dei diametri utilizzati nell’impianto, dell’isolamento delle tubazioni, degli staffaggi e dei consumi energetici. Naturalmente i vantaggi da un punto di vista igienico sono rilevanti; la riduzione del contenuto d’acqua nell’impianto diminuisce notevolmente la possibilità di proliferazione batterica e il conseguente rischio di stagnazione.
Distribuzione dei diametri nel caso di dimensionamento di un impianto sanitario di una struttura alberghiera (composta da 30 camere e zona ristorazione) realizzato sia con Viega Smartpress che con un sistema multistrato tradizionale.
Tutti i raccordi Viega Smartpress sono ottimizzati per favorire il flusso dell’acqua potabile. La differenza di prestazioni tra Viega Smartpress e un raccordo non ottimizzato è evidente, grazie all’assenza di restringimenti di sezione dovuti al supporto interno con o-ring, di superfici con asperità e di secchi cambi di direzione. In questo modo il dimensionamento può essere ottimizzato già in fase di progettazione con un notevole risparmio economico.
Specifici schemi di impianto
Per garantire una costante ed elevata qualità dell’acqua potabile, la stagnazione nelle tubazioni deve essere minimizzata. Il problema è di primaria importanza nel caso vi siano impianti, o parti di questi, a scarso impiego.
Camere di hotel scarsamente utilizzate in bassa stagione, bagni di servizio usati occasionalmente e utenze collocate in locali raramente sfruttati, sono esempi di come un impianto non progettato a regola d’arte potrebbe trasformarsi in una situazione ad elevato rischio. Il problema legato alla stagnazione dell’acqua si può facilmente limitare in fase di progettazione, avendo cura di rispettare le indicazioni fornite dal rapporto tecnico UNI CEN/TR 16355, ovvero il documento di riferimento per la corretta progettazione e installazione degli impianti idrici e sanitari a livello europeo. Limitare quanto più possibile i cosiddetti “rami ciechi” di impianto e intercettare tutte le derivazioni di impianto inutilizzate, sono sicuramente gli accorgimenti indicati più semplici da mettere in pratica. Ad ogni modo, per garantire una costante ed elevata qualità dell’acqua potabile, anche a fronte di utenze scarsamente utilizzate, la soluzione da preferirsi è quella di prevedere degli allacciamenti in serie o ad anello.
Installazione in serie e ad anello
Gli allacciamenti in serie e ad anello garantiscono un continuo ricambio d’acqua negli impianti di acqua potabile, oltre ad un conseguente miglior controllo delle temperature, atto ad evitarne la permanenza in valori pericolosi per la proliferazione batterica (valori critici compresi tra 20 e 50 °C). La regolare erogazione d’acqua in corrispondenza di una sola utenza è in grado di contenere al minimo il rischio di stagnazione e conseguente contaminazione batterica, non solo negli edifici con maggiore criticità, ma anche nella normale edilizia residenziale.
L’installazione in serie è consigliata sia per l’acqua fredda, sia per quella calda e assicura un completo ricambio d’acqua ogni volta che si utilizza l’ultima utenza della serie. In questo contesto è fondamentale che l’ultima utenza sia quella a maggiore frequenza di utilizzo.
Se l’utenza più utilizzata non si trova all’estremità finale della serie, attraverso un intelligente sistema di allacciamento può comunque essere collegata per ultima, per esempio chiudendo la serie con un anello; questo è un metodo indiretto di controllo della temperatura attraverso il ricambio d’acqua, indipendentemente dall’utenza utilizzata. Allo stesso tempo le perdite di carico vengono ulteriormente ridotte tramite la ripartizione della portata nelle tubazioni di distribuzione. Gli allacciamenti in serie e ad anello sono facilmente realizzabili con i gomiti doppi con flangia e con i raccordi a T disassati.
Gestione delle temperature
La Legionella rappresenta uno dei principali rischi legati alle reti di distribuzione di acqua potabile, e quindi è necessario limitarne quanto più possibile la sua formazione e il suo accrescimento.
Uno dei principali fattori di proliferazione del batterio è la temperatura dell’acqua. La Legionella prolifera e si accresce in presenza di temperature dell’acqua comprese tra 20 °C e 50 °C (come indicato dalle recenti Linee Guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi); nello specifico il batterio della Legionella sopravvive (ma in fase dormiente e quindi inattivo) al di sotto dei 20 °C, mentre muore tanto più rapidamente quanto più la temperatura è superiore ai 50 °C (a 55 °C il batterio muore entro 5-6 ore, a 65 °C invece muore entro 2 minuti). Questo è il motivo per cui uno dei metodi di disinfezione degli impianti maggiormente impiegato è quello della disinfezione termica, ovvero la circolazione forzata di acqua calda ad almeno 70 °C in tutta la rete.
Il problema Legionella interessa non solo le linee di distribuzione di acqua calda, ma coinvolge anche le linee di acqua fredda. Proprio per questo motivo è indispensabile progettare e gestire l’impianto di acqua potabile prestando attenzione ad entrambe le casistiche, in maniera da evitare il funzionamento all’interno dell’intervallo a rischio 20-50 °C.
Acqua calda
Per quanto riguarda l’acqua calda è fondamentale progettare l’impianto con temperature di produzione pari o superiori a 60 °C, come indicato dalla norma UNI 9182, ricordandosi di mantenere il livello di temperatura sempre in tutta la rete al di sopra di 55 °C; naturalmente, al fine di limitare il rischio di scottature per gli utenti finali, è sempre raccomandabile prevedere dei dispositivi di miscelazione acqua in corrispondenza dei punti di erogazione.
Altrettanto importante risulta il mantenimento della giusta temperatura di acqua calda; oltre ad un idoneo isolamento termico, si deve valutare la necessità di una linea di ricircolo sulla base delle indicazioni fornite dalla UNI 9182. Il ricircolo infatti è doppiamente importante per preservare la qualità dell’acqua distribuita, in quanto garantisce anche una continua circolazione dell’acqua, limitando quindi l’accrescimento del biofilm interno alle tubazioni.
Viega propone, in materia di ricircolo, il sistema di ricircolo integrato Smarloop Inliner, che risulta essere un ottimo compromesso per conciliare le esigenze igieniche degli impianti idrici e sanitari con aspetti fondamentali quali il risparmio (sia economico che di spazio) e l'efficienza energetica.
Acqua fredda
Anche l’acqua fredda può divenire un fattore di rischio per la proliferazione della Legionella; infatti, nonostante sia abitualmente fornita dalla rete a temperature ben al di sotto del limite inferiore di rischio (20 °C), può subire alterazioni a causa di un eccessivo surriscaldamento. Un idoneo isolamento termico della rete di distribuzione, quindi, risulta essere il principale strumento di prevenzione batteriologica per le linee di acqua fredda, anche se non è da sottovalutare anche il metodo di posa delle tubazioni: al fine di evitare influenze derivanti da fonti di calore esterne, è consigliabile progettare le linee di acqua fredda distanziandole il più possibile dalle tubazioni del riscaldamento, dell’acqua calda o del ricircolo, oppure da elementi scaldanti quali radiatori o impianti radianti.
I componenti giusti
Viega offre numerose soluzioni che garantiscano il corretto uso del sistema di installazione di acqua potabile e quindi l'igiene stessa dell'acqua che utilizziamo, agendo là dove i problemi possono sorgere.
Per un ricambio regolare nelle installazioni di acqua fredda potabile
Gomito doppio con flangia Viega Smartpress
Negli impianti di acqua potabile i sistemi di distribuzione ad anello o in serie sono, dal punto di vista igienico, da preferire a un’installazione con raccordi a T. Il gomito doppio permette la continua entrata e uscita dell’acqua nella zona del punto di prelievo quand’anche esso non venga utilizzato. Acqua sempre “fresca” e non stagnante in ogni punto dell’impianto grazie alla sola apertura di un punto qualsiasi di prelievo (rubinetto, scarico WC, doccia…). Per garantire la bontà dell’acqua potabile anche in impianti di grandi dimensioni, Viega offre anche il gomito doppio a 90° con flangia Viega Smartpress, oltre che nelle dimensioni di 16 e 20 mm, anche nella versione da 25 mm. Ciò permette di inserire un numero di punti di erogazione ancora maggiore negli impianti di distribuzione ad anello o in serie. Il gomito doppio, oltre che per Viega Smartpress, è disponibile anche nella gamma dei sistemi metallici a pressare Sanpress, Sanpress Inox e Profipress.
Per la sicurezza dei singoli punti di erogazione scarsamente utilizzati
Inserto Venturi
Grazie a pochi accorgimenti, anche l’installazione di un rubinetto che avrà scarso utilizzo (es. rubinetto in cantina) può essere effettuata in maniera impeccabile sotto il punto di vista igienico: un inserto Venturi ed un allacciamento del rubinetto mediante linea ad anello sono sufficienti a garantire igienicità L’inserto Venturi di Viega nella colonna montante o nelle tubazioni della distribuzione principale ai piani, opportunamente dimensionate, assicura che anche nei punti di erogazione scarsamente utilizzati ci sia un ricambio di acqua.
Per un ricambio regolare nelle installazioni controparete e ad incasso
Placche di comando sensitive Visign for Care con funzione Hygiene+
Negli edifici adibiti ad uso pubblico sono spesso necessarie linee lunghe di distribuzione di acqua fredda potabile che conducono ai servizi igienici. L’igienicità si può ottimizzare semplicemente posando i tubi in serie o ad anello, a garanzia della circolazione dell’acqua. Collocando lungo la linea ad anello o alla fine di una installazioni in serie, una placca Visign for Care o Visign for More Sensitive con funzione Viega Hygiene+, si assicura il ricambio d’acqua anche nei periodi di inutilizzo degli impianti. Queste placche sono programmabili negli intervalli di attivazione automatica e nei volumi di acqua da scaricare.