Qualità dell'acqua potabile
L'obiettivo comune perseguito da progettisti, installatori e gestori è quello di garantire una disponibilità di acqua potabile in qualsiasi punto di erogazione di qualità e in quantità sufficiente.
Igiene
Attraverso il D.Lgs. 18/2023 è stata recepita l’ultima Direttiva Europea in materia di acqua potabile (2020/2184/CE), che va a sostituire dopo oltre 20 anni la precedente 98/83/CE.
La nuova Direttiva introduce delle modifiche sostanziali ai contenuti della precedente, modificando la natura e i valori di riferimento per diversi parametri chimici e ponendo l’accento su due problematiche correlate alle reti di distribuzione interne agli edifici: il batterio della Legionella e il piombo.
Mentre per la Legionella viene definito un valore limite di 1.000 UFC/l (unità formanti per litro di acqua), sottolineando in ogni caso che possa rendersi necessario un intervento anche al di sotto di tale soglia in caso di infezioni e focolai, per il piombo viene definito un valore limite di 10 µg/l fino al 12 Gennaio 2036, con l’obiettivo di ridurlo ulteriormente a 5 µg/l in data successiva - le indicazioni riferite al piombo saranno da applicare in tutta la Comunità Europea, lasciando comunque la possibilità ai singoli paesi di indicare date più ravvicinate (come nel caso della Germania, dove il limite dei 5 µg/l entrerà in vigore dal 12 Gennaio 2028).
Legionella Pneumophila
Questo batterio fu isolato la prima volta nel 1976 in seguito ad un incontro di anziani veterani della Legione Americana che si tenne a Philadelphia in Pennsylvania (da qui il nome legionellosi). L'infezione colpì oltre 200 persone con 34 morti. Casi analoghi vengono spesso ripresi dalla stampa. La percentuale di casi mortali tra coloro che hanno contratto la malattia si aggira tra il 10 e il 15%. Il microrganismo si sviluppa ad una temperatura ideale di 37°C, ovvero la temperatura corporea dell'essere umano.
Diffusione e proliferazione batterica
Il batterio della Legionella, ovvero quello maggiormente legato agli aspetti impiantistici, si diffonde tramite il cosiddetto principio dell'aerosol, ovvero la nebulizzazione di micro-gocce di acqua di dimensioni inferiori a 5 µm.
I principali sintomi della legionellosi sono spesso confondibili con quelli di una comune polmonite, ma con effetti che possono risultare ben peggiori. Il batterio colpisce soprattutto persone immunodepresse, fumatori, bambini e anziani, privilegiando l'uomo rispetto alla donna: il contagio dell'uomo, infatti è statisticamente più probabile di ca. 3 volte rispetto a quello della donna. Il batterio non è contraibile semplicemente bevendo acqua e a oggi non è dimostrata la trasmissione da persona a persona.
Il batterio della Legionella prolifera in presenza di acqua stagnante, soprattutto negli impianti idrici e sanitari e negli impianti di condizionamento con sistemi di umidificazione. Il batterio trova il proprio habitat naturale con temperature dell’acqua comprese tra 20 °C e 50 °C.
Piombo
Questo elemento chimico è ad oggi comunemente diffuso nelle reti di distribuzione, per via della sua utilità nel lavorare materiali diffusi nel settore ITS (tipicamente ottone).
Già a partire dagli anni Settanta, però, l’utilizzo è andato via via scemando a causa della maggiore consapevolezza delle conseguenze sulla salute dell’essere umano.
Già la precedente Direttiva 98/83/CE prevedeva un limite di 25 µg/l, che oggi è stato ridotto a 10 µg/l fino al 2036 e verrà ulteriormente abbassato a 5 µg/l oltre il 2036 a livello europeo.
La presenza di piombo nell’acqua potabile è da imputare principalmente ai materiali impiegati nelle tubazioni, nelle rubinetterie e in tutti i componenti saldati, oltre che naturalmente ai fenomeni corrosivi di tali componenti che determinano il rilascio di questa sostanza nelle acque.
La regolamentazione tecnica e normativa della presenza di piombo nelle acque destinate a consumo umano si è resa necessaria in quanto tale elemento potrebbe comportare elevati rischi per i consumatori; è infatti assodata l’associazione tra il piombo e patologie anche gravi di diversa natura, quali disturbi neurologici e comportamentali, malattie cardiovascolari, insufficienza renale e ipertensione.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO, 2017; WHO, 2022), recependo anche le indicazioni del Comitato congiunto di esperti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Food and Agriculture Organization of the United Nations, FAO) e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization, WHO) sugli additivi alimentari (Joint FAO/WHO Expert Committee on Food Additives, JECFA) (JECFA, 2011), identifica tra i gruppi maggiormente sensibili e a rischio le donne in gravidanza, feti, i neonati e i bambini fino a 6 anni di età, mentre, nella popolazione adulta, sono i più esposti a rischio gli individui con disfunzioni renali e gli ipertesi.
Norme e leggi
Ai sensi del D.M. 37/2008 gli impianti idrici e sanitari, indipendentemente dalla propria destinazione d’uso e dalle proprie dimensioni, sottostanno all’obbligo di progetto realizzato da un progettista abilitato o quantomeno da schema redatto dal responsabile tecnico della ditta installatrice. Tali elaborati devono essere tassativamente allegati alla Dichiarazione di Conformità degli impianti.
La Direttiva Europea 2020/2184, recepita in Italia con il D.Lgs. 18/2023, definisce la qualità minima dell’acqua da garantire agli utenti in qualsiasi punto di erogazione, sia all’interno di edifici pubblici che privati (rif. art. 5 D.Lgs. 18/2023). Qualità di cui sono responsabili il progettista, l’installatore e il manutentore dal punto di consegna dell’acqua nell’impianto domestico, sino al rubinetto.
Le Linee Guida per la valutazione e la gestione del rischio per la sicurezza dell’acqua nei sistemi di distribuzione interni degli edifici prioritari e non, ai sensi della Direttiva 2020/2184/CE (incluse del rapporto ISTISAN 22/32), che rappresentano la nuova base sulla quale approcciare il PSA (Piano di Sicurezza dell’Acqua) e la conseguente valutazione del rischio negli impianti di distribuzione di acqua potabile di diverse tipologie di edifici. Secondo il recente D.Lgs. 18/2023 la valutazione del rischio di ogni edificio prioritario dovrà essere realizzata entro il 12 Gennaio 2029.
Il D.M. 174/2004, recepimento della precedente Direttiva Europea 98/83/CE, indica la lista positiva dei materiali utilizzabili nel contesto di impianti di acqua potabile; fino all’entrata in vigore dei nuovi atti delegati sul tema materiali a contatto.
I nuovi atti delegati, emanati in data 23 Aprile 2024, con i quali la Commissione Europea stabilisce i requisiti minimi di igiene a livello europeo (armonizzati e quindi obbligatori) per i materiali destinati ad entrare in contatto con l’acqua potabile (riff. 2024/365-367-368-369-370-371). Gli atti diverranno operativi dal 31 Dicembre 2026 ed introducono per la prima volta l’obbligo di certificazione da ente terzo autorizzato e di marcatura identificativa.
La norma UNI 9182 rappresenta il riferimento per la progettazione degli impianti idrici e sanitari in Italia, fornendo ai progettisti le specifiche per un corretto dimensionamento e un’idonea impostazione delle reti.
La serie di normative UNI EN 806, invece, integrano le informazioni fornite dalla norma nazionale per quanto riguarda l’avviamento e la gestione degli impianti idrici e sanitari.
La normativa DIN 1988-300, normativa tedesca per il calcolo ed il dimensionamento delle reti di acqua potabile, rappresenta oggi il punto di riferimento per i progettisti che intendono realizzare impianti di distribuzione orientati alla salvaguardia della qualità dell’acqua. Nonostante sia una normativa estera, è altresì possibile applicarla in Italia come indicato dal D.M. 37/2008.
La UNI TS 11589, normativa che indica ai produttori il metodo di prova per determinare i coefficienti di accidentalità K dei raccordi destinati all’uso idraulico.
Il rapporto tecnico UNI CEN/TR 16355 costituisce un utile strumento per affrontare gli aspetti pratici installativi degli impianti idrici e sanitari, risultando quindi un valido strumento anche per gli idraulici e i manutentori.
Le Linee Guida per la prevenzione della legionellosi che rimangono tuttora uno dei principali testi italiani in materia di Legionella; oltre a illustrare gli aspetti teorici del batterio, il testo specifica i principali accorgimenti da mantenere per la salvaguardia degli impianti sanitari. Tra questi argomenti spicca l’indicazione relativa alla gestione della corretta temperatura dell’acqua, che secondo le Linee Guida, deve essere mantenuta al di fuori dell’intervallo di proliferazione batterica ottimale (20-50 °C).
A tal proposito è utile sapere che in Italia vige, il D.P.R. n. 412 del 6/8/1993 art. 5 (testo di riferimento per il risparmio energetico), che prescrive una temperatura massima dell’acqua al punto di produzione di 48 (+5) °C per gli impianti centralizzati di tipo abitativo.
Come appare evidente, si è quindi creato un conflitto tra l’indicazione delle Linee Guida e quello del D.P.R. 412/1993; tale contrasto è stato ulteriormente accentuato dalle indicazioni fornite dalle normative di progettazione (UNI EN 806 in particolare), le quali sottolineano di mantenere la temperatura dell’acqua calda a livelli superiori ai 60 °C in tutta la rete di distribuzione, allo scopo di limitare la proliferazione di batteri quali la Legionella.
|
|
|
|
|
|
Riepilogo delle date rilevanti relative alle nuove disposizioni
Qui le scadenze, a gennaio 2025, dele più rilevanti nuove disposizioni:
12 gennaio 2026 | Entrata in vigore dei parametri di qualità dell'acqua indicati dal D.Lgs. 18/2023 |
31 gennaio 2026 | Entrata in vigore nuove liste positive materiali |
12 gennaio 2029 | Termine entro cui realizzare il PSA degli edifici prioritari |
31 dicembre 2032 | Termine deroga dei materiali non in lista positiva, che disponevano di certificato al D.M. 174/04 a tutto il 2026 |
Progettazione
I presupposti per la tutela dell'igiene dell'acqua potabile si riscontrano in una corretta progettazione dell'impianto idrico sanitario.
Alla base della realizzazione di un impianto ineccepibile vi è la corretta scelta dei materiali costituenti le tubazioni, i raccordi e le valvole, il razionale dimensionamento e schema di impianto oltre che la garanzia di un regolare ricambio di acqua.
Installazione e messa in servizio
Il concetto di igiene dell'acqua potabile deve iniziare ben prima della sua uscita dal rubinetto: già in fase di produzione, di trasporto, di stoccaggio e di montaggio è necessario garantire la massima pulizia dei componenti destinati al contatto con l'acqua potabile.
La fase che va dall’inizio degli interventi di installazione fino alla messa in servizio è di importanza decisiva per le successive caratteristiche dell’acqua.
Trasporto, immagazzinaggio e installazione
Tutti i componenti destinati alle installazioni di acqua potabile devono essere opportunamente trasportati e immagazzinati. Devono essere utilizzati soltanto componenti che presentano una superficie pulita. Pertanto i raccordi a pressare devono essere estratti dall’imballaggio solo immediatamente prima del loro utilizzo. I tubi o i tratti di tubi che non sono chiusi da tappi possono essere protetti contro lo sporco dai cappucci proposti da Viega.
Prova di tenuta
Anche in fase di prova della tenuta dell’impianto, di lavaggio e di messa in servizio delle tubazioni, è necessario procedere con la stessa accortezza riservata alle fasi di progettazione e installazione.
La prova di tenuta con acqua potabile è consigliata solo nei casi in cui è prevista la messa in servizio dell’impianto in tempi brevi, al fine di limitare una prolungata stagnazione dell’acqua con evidenti rischi microbiologici. Se l’arco temporale tra la prova di tenuta e la messa in servizio dell’impianto è elevato (generalmente superiore a 7 giorni), oppure se le tubazioni sono installate in condizioni climatiche avverse (rischio gelo), è sempre preferibile eseguire la prova di tenuta a secco (ad aria), eliminando quindi qualsiasi rischio di proliferazione batterica derivante dalla stagnazione dell’acqua residua.
Tutti i raccordi di Viega sono dotati del dispositivo SC-Contur, utile a rilevare immediatamente un raccordo accidentalmente non pressato durante il riempimento dell’impianto per il collaudo; il dispositivo è funzionante sia con acqua (con pressioni di prova comprese tra 1 e 6.5 bar) e anche con aria o gas inerte, già a partire da 22 mbar.
Funzionamento
La responsabilità relativa alla qualità dell'acqua potabile deve essere condivisa anche con coloro che gestiscono l'impianto durante il normale esercizio , come indicato nel rapporto ISTISAN 22/32 per l’elaborazione dei PSA.
Si riportano di seguito le regole base per la corretta gestione di un impianto di acqua potabile nelle fasi di collaudo e funzionamento:
- eseguire la prova di tenuta con acqua solo nei casi in cui è prevista la messa in servizio dell'impianto in tempi brevi (e comunque entro 7 giorni); in alternativa è preferibile eseguire la prova di tenuta a secco (ad aria), eliminando qualsiasi rischio di proliferazione batterica derivante dalla stagnazione dell'acqua residua
- riempire l‘impianto solo immediatamente prima della sua messa in servizio. Se la messa in servizio o l’utilizzo vengono ritardati, eseguire e documentare un programma di flussaggio come da indicazioni fornite dalla EN 806
- consegnare al gestore la documentazione relativa al percorso delle tubazioni e il relativo progetto previsto dal D.M. 37/2008
- consegnare i protocolli relativi alla prova di tenuta, al lavaggio e alla messa in servizio
- isolare le tubazioni nel rispetto della legislazione vigente (D.P.R. 412/93) e con materiali di spessore adeguato, al fine di escludere un’alterazione della temperatura dell’acqua calda o fredda
- informare sui rischi connessi alla legionellosi e proporre un contratto di manutenzione con la finalità di limitare l’insorgere del batterio
- istituire, come consigliato dalle Linee Guida per la prevenzione della Legionellosi 2015, un apposito registro degli interventi di manutenzione
Qualora si intenda abbinare i sistemi a pressare Viega con metodi di disinfezione approvati ed elencati nelle Linee Guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi del 2015, è possibile contattare il Centro Servizi per la necessaria verifica di compatibilità con i materiali. Tutte le misure di disinfezione sono efficaci soltanto in presenza di una quantità sufficiente di acqua ed assicurando il raggiungimento di tutti i punti distali dell’impianto, e comunque non eliminano mai del tutto le cause dei problemi.
Fondamentalmente si consiglia la disinfezione termica poiché è l’unica a raggiungere la base del biofilm e non altera la qualità dell’acqua convogliata. Indipendentemente dal metodo di disinfezione applicato si consiglia di prevedere misure di protezione degli utenti dai processi attuati, tenendo conto della destinazione d’uso dell’edificio e della tipologia di utenza (bambini, disabili, anziani, ecc).